UNA SOTTILE CATENA DI MOMENTI SUCCESSIVIITA | ENG C’è un periodo storico in Italia, non così vicino da poter esser stato vissuto dalle ultime generazioni, ma neanche così lontano da poter esser relegato tra le “certezze” dei libri di storia, per il quale il confine tra conoscenza dei fatti e comprensione degli stessi è labile, ma che porta tracce di sè ancora oggi. questo periodo e’ stato definito “anni di piombo”. Ha avuto il suo centro negli anni ‘70, ma la sua estensione temporale può essere ampliata alla metà degli anni sessanta e alla metà degli anni ottanta. la Storia in quegli anni ha percorso i corridoi del potere e le sue stanze più segrete e buie, ma ha percorso anche i luoghi in cui la politica veniva fatta dal basso con un livello di partecipazione popolare come mai più da allora. ha percorso però in maniera particolare le vie di Roma, disegnando una mappa dolorosa che non ha risparmiato vie del centro e vie laterali, una mappa nella quale i quartieri avevano un colore, su cui il peso della Storia irrompeva quasi quotidianamente e aveva il suono di colpi di arma da fuoco, e collegando fatti e momenti uno agli altri come anelli di una catena, di cui sono testimoni muti le strade, le finestre, anche gli alberi, di questa città. go to book all images copyright ©2013 Pierangelo Laterza tutti i diritti sono riservati - all rights reserved |
Paolo Rossi (19). citta’ universitaria La Sapienza, Roma (facolta’ di lettere, 27 aprile 1966)
studente di architettura, candidato al Parlamentino Universitario dell’Universita’ “La Sapienza” nelle file dell’Unione Goliardica Italiana (di sinistra) mentre distribuiva volantini di propaganda, fu coinvolto con i suoi compagni in un tafferuglio provocato da studenti di Primula Goliardica (di destra), che protestavano per presunti brogli elettorali. Spinto sulle scale di ingresso alla facolta’ di Lettere, cadde da un’altezza di cinque metri, riportando ferite che ne provocarono la morte nella notte. Dal giorno successivo iniziarono le prime occupazioni all’universita’. |
Ivo Zini (24). via Appia Nuova, cinema Maestoso, Roma (28 settembre 1978)
ucciso mentre era davanti alla sezione romana del PCI dell’Alberone insieme a due amici per leggere la copia dell’Unita’ che veniva esposta in bacheca e conoscere la programmazione dei film proiettati nel cinema della zona. Da una vespa bianca scesero due individui a volto coper- to con in pugno un’arma da fuoco ed esplosero 4 colpi sui tre ragazzi. verso le 23:00 l’agguato omicida venne rivendicato dai Nuclei Armati Rivoluzionari, che si assunsero la paternita’ del gesto con una telefonata al giornale Il Messaggero. |
Roberto Scialabba (24), piazza San Giovnni Bosco, Roma (28 febbraio 1978)
militante di Lotta Continua, ucciso da alcuni appartenenti al gruppo terroristico d’ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari nel terzo anniversario della morte di Mikis Mantakas (23) e nella convinzione che a commettere la strage di Acca Larentia, un mese prima, sareb- bero stati i comunisti romani della vicina casa occupata di Via Calpurnio Fiamma. Ma tale posto era stato sgomberato dalla polizia il giorno precedente e, avendolo trovato chiuso, i neofascisti si recano nella vicina Piazza Don Bosco, ritrovo per molti militanti di sinistra della zona. Arrivati nei pressi dei giardinetti, posti al centro della piazza, il gruppo a volto scoperto inizia a sparare su un capannello di ra- gazzi radunato attorno ad una panchina, identificati come “rossi” dall’abbigliamento. Cristiano Fioravanti va a segno colpendo al torace Roberto Scialabba ma, subito dopo, gli si inceppa l’arma. Il ragazzo non e’ tuttavia ancora morto quando viene raggiunto da Valerio Fiora- vanti che lo fredda da distanza ravvicinata con due colpi alla nuca. |
Strage di Acca Larenzia, via Acca Larenzia, Roma (28 febbraio 1978)
furono uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventu’: Franco Bigonzetti (20) e Francesco Ciavatta (18) in un agguato davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano del quartiere Tuscolano rivendicato a nome dei Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale Stefano Recchioni (19) venne invece ucciso da un carabiniere qualche ora dopo, mentre era in corso una spontanea manifestazione di prote- sta organizzata davanti alla stessa sede dai militanti missini, a seguito degli scontri scoppiati con le forze dell’ordine, forse per il gesto di un giornalista che distrattamente avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sul terreno di una delle vittime della sparatoria. |
Pier Paolo Pasolini (53), Idroscalo di Ostia (2 novembre 1975)
Pasolini venne ucciso in maniera brutale, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. L’omicidio fu attribuito ad un “ragazzo di vita”, Pino Pelosi, di diciassette anni, che si dichiaro’ colpevole. Ma le circostanze e il reale movente della morte di Pasolini non sono ad oggi ancora stati chiariti. |
Settimio Passamonti (23), via dei Marrucini, Roma (21 aprile 1977)
allievo sottufficiale di Pubblica Sicurezza presso la Scuola Allievi Sottufficiali di Nettuno, fu ucciso a colpi di arma da fuoco mentre prestava servizio di ordine pubblico durante una manifestazione indetta a Roma dall’area dell’Autonomia Operaia a seguito dello sgombero dell’universita’ La Sapienza occupata. Il giorno successivo il governo vieto’ tutte le manifestazioni nel Lazio per un mese ed il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga annuncio’ il provvedimento alla stampa dichiarando: “Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana”. |
Cacciata di Lama, citta’ universitaria, La Sapienza, Roma (17 febbraio 1977)
il segretario della CGIL Luciano Lama fu duramente contestato, durante il comizio sindacale tenutosi all’universita’, da parte del movimento degli studenti, in particolare gli indiani metropolitani e i militanti dell’Autonomia Operaia, che vennero allo scontro con il servizio d’or- dine del PCI composto dagli operai metalmeccanici. Lo scontro forni’ l’occasione alla Questura di Roma per fare irruzione nell’Universita’ e sgomberarla, con la forza, dagli studenti che l’avevano occupata. |
Giorgiana Masi (19), ponte Garibaldi-piazza Giuseppe Gioacchino Belli, Roma (12 maggio 1977)
studentessa del liceo Pasteur, fu uccisa a Roma durante una manifestazione organizzata dal Partito Radicale nell’anniversario della vitto- ria referendaria sul divorzio (1974). Le autorita’ di pubblica sicurezza avevano vietato la manifestazione e, per far rispettare il divieto, avevano disposto un nutrito servizio di ordine pubblico. Gli scontri nel centro di Roma furono violenti e durarono tutto il pomeriggio. Ver- so sera due ragazze e un carabiniere furono colpiti da arma da fuoco. Una delle ragazze era Giorgiana Masi che, colpita alla schiena, mori’ durante il trasporto in ospedale. A sparare con ogni probabilita’ furono agenti infiltrati tra i manifestanti, come le fotografie di Tano D’amico di quella giornata documentano ampiamente. |
Walter Rossi (20), viale delle Medaglie d’Oro, Roma (30 settembre 1977) (murales piazza Walter Rossi (gia’ piazza Igea), di Borondo) lo studente che militava in Lotta continua, fu ucciso, a Roma, il 30 settembre 1977 da un proiettile che lo colpi’ alla nuca nel corso di
un volantinaggio organizzato per protestare contro il ferimento di una giovane di sinistra avvenuto il giorno prima a opera di giovani di opposta fazione. Dell’omicidio furono indiziati esponenti della destra giovanile appartenenti al gruppo proveniente dall vicina sezione MSI durante un agguato “scortato” da un blindato della polizia. Due di essi, poi confluiti nel gruppo terroristico di destra eversiva Nuclei armati rivoluzionari (Nar), furono anche processati ma poi assolti. La vicenda giudiziaria si e’ definitivamente chiusa nel 2001 con l’in- criminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza ed il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, nei confronti di Cristiano Fioravanti, che ora vive libero, sotto altro nome, protetto dallo stato. |
Rapimento di Aldo Moro e uccisione della scorta, via Fani, Roma (16 marzo 1978)
nel giorno della presentazione del nuovo governo guidato da Giulio Andreotti (per la prima volta nella storia repubblicana il PCI avrebbe concorso direttamente alla maggioranza parlamentare che avrebbe sostenuto il nuovo esecutivo) la Fiat 130 che trasportava Moro, dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale, zona Monte Mario, alla Camera dei Deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all’in- crocio tra via Mario Fani e Via Stresa. Gli uomini delle BR uccisero, in pochi secondi, i 5 uomini della scorta (Domenico Ricci (42), Oreste Leonardi (52), Raffaele Iozzino (23), Giulio Rivera (24), Francesco Zizzi (30) ) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. |
Franco Evangelista (37), Liceo Classico Statale “Giulio Cesare”, Corso Trieste, Roma (28 Maggio 1980)
L’appuntato Evangelista, insieme ad altri due colleghi, era addetto al servizio di vigilanza di fronte al Liceo Giulio Cesare, scuola dove da anni avvenivano scontri tra studenti delle opposte fazioni politiche. Quattro terroristi dei NAR giunsero davanti al liceo con l’obiet- tivo di disarmare i tre agenti e di schiaffeggiarli, per “ridicolizzare la militarizzazione del territorio” , i poliziotti si accorsero della presenza dei terroristi e cercarono di reagire, ma gli aggressori aprirono il fuoco per primi . L’appuntato Evangelista fu colpito da sette pallottole, mentre gli altri due agenti furono gravemente feriti. |
Mario Amato (42), viale Jonio, Roma (23 giugno 1980)
Era sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica in Roma. Dal 1977 si occupava del terrorismo neofascista nella capitale dopo aver ripreso le indagini avviate dal magistrato Vittorio Occorsio, ucciso quattro anni prima, ed era rimasto l’unico ad indagare sulla ever- sione di destra. Poco tempo prima di essere ucciso, aveva dichiarato di sentirsi isolato nell’ambiente giudiziario. Fu ucciso dai Nar alla fermata dell’autobus (per ragioni burocratiche non gli era stata concessa l’auto blindata e la scorta) che avrebbe dovuto portarlo in uffi- cio, con un colpo alla nuca sparatogli da breve distanza. Nel volantino di rivendicazione (“Chiarimenti”), i Nar scrissero: “Oggi 23 giugno 1980 abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati”. |
Piazza Indipendenza, Roma (2 febbraio 1977)
Il primo febbraio 1977 un gruppo di neofascisti compie un’incursione all’universita’ di Roma, sparando. Uno studente, Guido Bellachioma, rimane gravemente ferito. L’universita’ viene occupata. Il giorno successivo, nel corso di un corteo, la sede dell’ MSI di via Sommacampagna viene data alle fiamme. Poco dopo, a piazza Indipendenza, intervengono le squadre speciali della polizia che disperdono il corteo con raffi- che di mitra. Cadono a terra feriti Paolo Tommasini e Leonardo (Daddo) Fortuna che, armati, avevano risposto al fuoco pensando si trattasse di neofascisti. Il primo a cadere, colpito alle gambe, e’ Paolo. Daddo torna indietro e cerca di portarlo via ma viene a sua volta ferito. Quel drammatico evento, che ha segnato l’avvio della grande rivolta del Movimento del ’77, fu immortalato con alcuni scatti dal fotografo Tano D’Amico. |
Claudio Graziosi (21), via Volpato, Roma (22 marzo 1977)
Alle 23 la guardia Graziosi si trovava libero dal servizio, a bordo di un autobus della linea 27 dell’ATAC che percorreva Viale Trastevere verso Monte Verde Nuovo quando riconobbe in uno dei passeggeri, una giovane donna bionda, la terrorista dei Nap Maria Pia Vianale, evasa da poco dal carcere di Pozzuoli. Claudio Graziosi, non dotato di arma, si avvicina all’autista e, dopo essersi qualificato, gli chiede di cambia- re tragitto e di dirigersi verso il piu’ vicino posto di Polizia. L’autista si diresse verso il comando della Polizia Stradale di Via Volpato, sulla Gianicolense, ma i passeggeri iniziarono a protestare, costringendo Graziosi a qualificarsi apertamente ed a cercare di bloccare la sospetta, ma un secondo terrorista, Antonio Lo Muscio, giunse alle spalle del poliziotto, sparandogli alla schiena e uccidendolo. Nel corso dell’inseguimento ai due nappisti venne colpito a morte da agenti di polizia Angelo Cerrai (40), una guardia zoofila che si era unito alla ricerca, scambiato per un fuggitivo perche’ inseguiva i nappisti con la pistola in pugno, e non senti’ l’ordine di fermarsi, datogli dalla polizia |
Aula bunker Foro Italico - celle
Un palazzo storico di proprieta’ del Coni viene prestato al ministero di Grazia e Giustizia e trasformato in aula bunker nel 1976. (in segui- to magazzino del tribunale e archivio giudiziario). Qui si celebreranno i processi Moro (bis e ter), quelli alla Banda della Magliana, quello per l’attentato al Papa. |