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I-DEA: Il Paese di Cuccagna | Navine G. Khan-Dossos e James Bridle
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I-DEA: Il Paese di Cuccagna
Hangar Cava Paradiso
Contrada La Palomba
Matera
19 oct 2019 / 18 nov 2019
I-DEA
Fondazione Matera – Basilicata 2019
Il Paese di Cuccagna, una mostra a cura di Navine G. Khan-Dossos e James Bridle
Nella letteratura medievale, il paese di Cuccagna è un luogo mitico di abbondanza, una realtà alternativa in cui la durezza della vita contadina viene sostituita dalla sovrabbondanza. Il pane cresce sugli alberi, i grappoli d’uva sono appesi con le salsicce e piove vino dal cielo. È anche la terra del Carnevale, il mondo capovolto, dove vengono abbattuti i confini di classe e genere; dove le suore frustano l'abate, il padrone di casa pulisce le scuderie e il pazzo è re per un giorno.
In Italia, la terra di Cuccagna è conosciuta come il paese di Cuccagna, e fa eco fino ad oggi nelle tradizioni del Matrimonio degli Alberi (Il Maggio e la Cima), il palo della cuccagna unto, sormontato da prelibatezze, e l'albero della vita che cresce dal dorso dei Cucù a Matera.
Mentre gli scrittori medievali hanno messo la Cuccagna in mezzo all'oceano, per i curatori, Navine G. Khan Dossos e James Bridle, il paese di Cuccagna rappresenta non altrove un elusivo, ma una realtà alternativa: una che è già a portata di mano. Questa utopia è sempre presente, in un angolo obliquo, nel quotidiano. Si intravede nelle profondità delle grotte; luccica tra i festeggiamenti ubriachi della festa; brilla nei riflessi laser della luna; esplode da siepi e boschi di faggi in primavera. È lì nel sollevamento del Maggio e della Madonna del Carmine, nonché nei soprammobili turistici e nei set cinematografici di Hollywood. Cuccagna esiste in modo disomogeneo distribuito nello spazio e nel tempo, collegando manufatti, pratiche e conoscenze antichi e moderni, costantemente creati, ricreati, scoperti e nuovamente sepolti.
Queste diverse conoscenze e pratiche, dall'archiviazione al foraggiamento, dall'archeologia all'etnomusicologia, trasformano l’infecondo in abbondante. Rivelano la generosità della vita di tutti i giorni, per sempre a portata di mano se si hanno gli strumenti e gli occhi per vederla.
“Il paese di Cuccagna” è una mostra che attinge all'antico, al vivente e al futuro. Animati dallo spirito di Cuccagna, i curatori hanno riunito piante antiche e falsi contemporanei, documentari prebellici e moderni successi, cornamuse e satelliti, scienza e rituali, con l’intento di mostrare i molteplici modi in cui la ricchezza del presente immette nuova vita nel passato.
Navine G. Khan-Dossos: è un’artista che lavora tra Londra e Atene. I suoi interessi intrecciano Orientalismo e il digitale, la geometria come informazioni ma anche come decorazione e come aniconismo nella cultura contemporanea.
James Bridle: è uno scrittore e un artista che lavora tra nuove tecnologie le multiple discipline che le attraversano. "New Dark Age", il suo libro su tecnologia, sapere, e la fine del futuro è stato pubblicato da Verso nel 2018 e uscirà in italiano con Nero nel 2019.
commissioned work
I-DEA: The Land of Cockaigne
Hangar Cava Paradiso
Contrada La Palomba
Matera
19 oct 2019 / 18 nov 2019
I-DEA
Fondazione Matera – Basilicata 2019
The Land of Cockaigne, an exhibition curated by Navine G. Khan-Dossos and James Bridle
In medieval literature, the land of Cockaigne is a mythical place of plenty, an alternative reality in which the harshness of peasant life is replaced with superabundance. Bread grows on trees, the vines are hung with sausages, and wine rains from the sky. It is also the land of Carnival, the world-turned-upside-down, where class and gender boundaries are broken down; where the nuns whip the abbot, the landlord swabs the stables, and the fool is king for a day.
In Italy, the land of Cockaigne is known as Il Paese di Cuccagna, and is echoed to this day in the traditions of the Marriage of the Trees (Il Maggio e la Cima), the greased cuccagna pole topped with delicacies, and the tree of life that grows from the Cucu’s back in Matera.
While medieval writers placed Cockaigne in the middle of the ocean, or many months march away, for the curators, Navine G. Khan Dossos e James Bridle, the land of Cockaigne represents not a elusive elsewhere, but an alternate reality: one which is already close at hand. This utopia is always present, at an oblique angle, to the everyday. It is glimpsed in the depths of caves; it shimmers in the drunken revels of the festa; it glitters in laser reflections from the moon; it bursts from hedgerows and beech forests in spring. It is there in the hoisting of the Maggio and the Madonna del Carmine as well as tourist knick-knacks and Hollywood movie sets. Cockaigne exists unevenly distributed in space and time, connecting ancient and modern artefacts, practices and knowledges, constantly being constantly created, recreated, uncovered and buried again.
These diverse knowledges and practices, from archiving to foraging, archaeology to ethnomusicology, transform the barren into the plentiful. They reveal the bounty of everyday life, forever at hand if you have the tools and eyes to see it with.
The land of Cockaigne is drawn upon both the official and unofficial archives of Basilicata; the ancient, the living, and the yet-to-be. Animated by the spirit of Cockaigne, the curators brought together antique plants and contemporary foragers, pre-war documentaries and modern blockbusters, bagpipes and satellites, science and ritual, with the intention to show the multiple ways in which the richness of the present breathes new life into the past.
Navine G. Khan-Dossos: is an artist who works between London and Athens. Her interests intertwine Orientalism and the digital, geometry as information but also as decoration and aniconism in contemporary culture.
James Bridle: is a writer and an artist who works among new technologies and multiple disciplines across them. "New Dark Age", his book on technology, knowledge, and the end of the future was published by Verso in 2018 and will be released in Italian with Nero in 2019.
commissioned work
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